Economia e Commercio | Convenzioni Ordini territoriali dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili | Seminari e Convegni
Contrattazioni integrative aziendali e produttività: nuove evidenze empiriche delle imprese italiane
Laura Bisio (Istat), Riccardo Leoni (Università di Bergamo);
Contrattazioni integrative aziendali e produttività: nuove evidenze empiriche delle imprese italiane
Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche/DISES
Martedì, 20 febbraio 2018, ore 15.00 (Sala dei Consigli
Seminario organizzato in collaborazione con il CIRET - Centro di Ricerca interuniversitario Ezio Tarantelli -
Laura Bisio (Istat), Riccardo Leoni (università di Bergamo);
Contrattazioni integrative aziendali e produttività: nuove evidenze empiriche sulle imprese italiane
Abstract
Il paper analizza il ruolo della contrattazione integrativa decentrata rispetto alla produttività aziendale utilizzando la recente banca-dati approntata dall’ISTAT, che contiene informazioni relative alle imprese appartenenti al settore privato sopra i 10 addetti (agricoltura esclusa), e affronta la questione se la contrattazione aziendale contribuisce a sviluppare la produttività oppure si limita a ripartirne i guadagni là dove si realizzano. Vengono sviluppati due modelli, riguardanti rispettivamente la probabilità di introdurre un contratto integrativo e l’impatto di questo sulla produttività dell’impresa. La procedura di stima segue un approccio a 3 stadi. Nel primo si stima una funzione di produzione con il metodo GMM-SYS, da cui si ricava una misura della PTF. Nel secondo, per mezzo di stimatori probit, Heckit e OLS, si spiegano (tenendo conto delle dovute endogenità) le determinanti della presenza del contratto integrativo collettivo aziendale (CICA) e della variabile fattoriale che ingloba tutte le pratiche manageriali ed organizzative ‘concordate’ a livello aziendale. Nel terzo, infine, si indaga la relazione tra contrattazione integrativa e PTF, badando sia alla potenziale endogenità che la caratterizza, sia alle pratiche manageriali e organizzative che rimangono sotto il controllo dei manager, sia infine all’erogazione unilaterale di premi ai singoli dipendenti. Dalle stime emerge che: (i) la funzione di produzione stimata si comporta abbastanza bene; (i) la probabilità della presenza di una contrattazione è influenzata sia dalla profittabilità ritardata (intesa come possibilità di investire nell’incremento del capitale organizzativo dell’impresa), sia dal tasso di sindacalizzazione (interpretabile come strumento per vincere le resistenze autocratiche del management aziendale); (iii) ignorando la questione dell’endogeneità, l’impatto (ritardato) sulla produttività della contrattazione aziendale risulta distorto verso il basso. Nel caso di trattamento binario, l’impatto rispetto alla PTF si attesta attorno al 9%, mentre nel caso della variabile fattoriale di sintesi dei contenuti della contrattazione l’elasticità è pari a 0,60, che implica che ad un aumento del 10% nel bundle delle pratiche organizzativo-manageriale sindacalmente concordate è associato un incremento del 6% della PTF. Dalle stime emergono due altri risultati: a) le imprese a gestione famigliare hanno una minore propensione, rispetto a quelle a gestione manageriale, sia a stipulare contratti integrativi, sia a concedere ‘terreno’ ai rappresentanti dei lavoratori sul versante delle pratiche organizzativo-manageriali; b) le imprese a gestione famigliare che sottoscrivono contratti integrativi non sono però necessariamente né più né meno efficienti del resto delle altre imprese.