Didattica | Povertà zero
Didattica Povertà zero
L'arrivo della pandemia ha prodotto 150 milioni di nuovi bambini poveri. Questi portano il totale a 1,2 miliardi di bambini nel mondo che attualmente versano in condizione di grave privazione. L’Unicef, con l’ultimo rapporto sulla povertà nel mondo, denuncia il suo aumento del 15% nei 70 paesi analizzati; dato ricavato esaminando dimensioni come l’istruzione, l’assistenza sanitaria, i servizi igienici, gli alloggi, l’acqua potabile e la nutrizione.
Il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (Unicef) sostiene che “i bambini più poveri diventano sempre più poveri” perché vittime di malattie dovute alla malnutrizione, a scarsi livelli igienici e a tutte le complicazioni che porta la disidratazione. La povertà comporta, inoltre, l’impossibilità di avere un’istruzione e di conseguenza si ha un aumento del lavoro minorile e dei matrimoni precoci generando sempre più povertà.
Nel mondo 160 milioni di bambini sono vittime di lavoro minore e 79 milioni di essi svolgono attività pericolose. In Bangladesh il fotografo Simon Lister, grazie ad un progetto con Unicef, ha potuto fotografare bambini e bambine in condizioni di lavoro disumane. Dall’agricoltura alla miniera che spesso non garantisce nemmeno i livelli minimi di sicurezza, i dispositivi di protezioni individuali scarsi o non resistenti, le eccessive ore in ambienti umidi e con temperature troppo alte o troppo basse mettono in serio pericolo sia fisico che mentale bambini a volte troppo piccoli per capire il male che stanno subendo. A Dhaka l’inquinamento sta raggiungendo livelli insopportabili per l’essere umano che in quella zona vive in sovraffollamento. I bambini per aiutare il sostentamento della propria famiglia raccolgono tra i quintali di immondizia dei piccoli pezzi di plastica da poter vendere. I “ricambi”, così vengono chiamati, vengono venduti per poche monete e un antisettico per le ferite provocate nel cercare tra i rifiuti, spesso a piedi nudi; gli acidi nascosti nella spazzatura spesso bruciano le mani di questi bambini e i gas tossici continuano a procurare malattie.
Ormai non c’è più tempo, troppi bambini muoiono a causa della povertà. Il 2021, per l’OIl (Organizzazione Internazionale del Lavoro) è l’anno internazionale per l’eliminazione del lavoro minorile. Bisogna, al più presto, garantire a tutti i bambini la possibilità di soddisfare liberamente i loro bisogni, quali istruzione, sostentamento, assistenza sanitaria e acqua potabile. A portare uno spiraglio di luce in tutto ciò ci sono i traguardi che le Nazioni Unite si sono imposti, come l’assicurare che entro il 2030 tutti gli uomini abbiamo uguali diritti, uguali risorse economiche e la riduzione della vulnerabilità dei più deboli grazie a dei sistemi politici di tipo locale e internazionale per una cooperazione orientata allo sviluppo economico e sociale.
A cura di Ilaria Turi
Pubblication date: 07-13-2021
