2 giugno 1946: tempo della speranza

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2 giugno 1946: tempo della speranza

«Quanto al ’46 e a quel che di “importante” per me, ci ho visto e ci ho sentito, dove mai ravvisarlo se non in quel due giugno che, nella cabina di votazione, avevo il cuore in gola e avevo paura di sbagliarmi fra il segno della repubblica e quello della monarchia? Forse solo le donne possono capirmi: e gli analfabeti. Era un giorno bellissimo, si votava in vista di un giardino dove i bambini giocavano fra i grandi che, calmi e sorridenti, aspettavano, senza impazienza, di entrare. Una riunione civilissima; e gli elettori eran tutti di campagna, mezzadri e manovali. Quando i presentimenti neri mi opprimono, penso a quel giorno, e spero» (Anna Banti, Il 1946 di Anna Banti, in «Mercurio», III, n. 27-28, novembre-dicembre 1946, p. 174).

Per questo numero di «Mercurio», mensile di politica, lettere, arte e scienze fondato nel 1944 e diretto da Alba De Céspedes, molti scrittori italiani furono chiamati a ricordare gli eventi dell’anno appena trascorso. Tra essi Giani Stuparich, Alberto Moravia, Giuseppe Ungaretti e Umberto Saba. Il brano di Anna Banti colpisce per più di una ragione. Innanzi tutto, la paura di non saper votare correttamente può apparire curiosa se espressa da una scrittrice, borghese e con alle spalle una solida formazione culturale. Le donne però in quel lontano 2 giugno 1946 votarono per la prima volta (non soltanto per il referendum riguardante la forma dello stato, ma anche per scegliere i rappresentanti dei partiti politici da inviare all’Assemblea costituente). Questa paura, frutto di una lunga esclusione basata sul genere, poteva per l’autrice essere compresa soltanto da un’altra grande massa di esclusi, tutti coloro, questa volta anche uomini, i quali non avevano ricevuto un’istruzione e che erano pertanto condannati ad occupare i gradini più bassi della società. In definitiva, l’immagine della «riunione civilissima» presso il seggio elettorale, ci restituisce un sentimento vivo della democrazia, della libertà intesa come partecipazione. Anna Banti ha saputo rievocare in poche righe, riuscitissime da un punto di vista letterario, il tempo della speranza che venne dopo il tempo della dittatura fascista, della guerra e della guerra civile che avevano straziato l’Italia.

Il 23 giugno prossimo, nell’ambito del Festival della letteratura di Salerno, discuteremo di questi temi con un importante storico italiano, Raffaele Romanelli in occasione dell’uscita del suo ultimo libro L’Italia e la sua Costituzione. Una storia, Bari-Roma, Laterza, 2023.

Pubblicato il 1 Giugno 2023